Title

Lo rossinhols s'esbaudeya
(Bernart de Ventadorn)
Lo rossinhols s'esbaudeya
josta la flor el verjan,
e pren m'en tan grans enveya
mas no sai de que ne de cui
car eu non am me ni autrui,
e fatz esfortz, car sai faire
bo vers, pois no sui amaire.
 Mais a d'Amor qui domneya
ab orgolh et ab enjan
que cel que tot jorn merceya
ni·s vai trop umilian;
c'a penas vol Amors celui
qu'es francs e fis, si com eu sui.
So m'a tout tot mon afaire
c'anc no fui faus ni trichaire;
C'aissi com lo rams si pleya
lai o·l vens io vai menan,
era vas lei que·m guerreya,
aclis per far so coman.
Per aisso m'afol' e·m destrui
(don a mal linhatge redui),
c'ams los olhs li don a traire,
s'autre tort me pot retraire.
 Soven me rept' e.m plaideya:
e·m vai ochaisos levan;
e can ilh en re feuneya,
vas me versa tot lo dan.
Gen joga de me e·s desdui,
que d'eus lo seu tort me conclui.
Mas ben es vertatz que laire
cuida, tuih sion sei fraire!
Om no la ve que no creya
sos bels olhs e so semblan,
e no cre qu'ilh aver deya
felo cor ni mal talan;
mas l'aiga que soau s'adui,
es peyer que cela que brui.
Enjan fai qui de bon aire
sembla e non o es gaire.
 De tot loc on ilh esteya,
me destolh e 'm vau lonhan,
e per so que no la veya
pas li mos olhs claus denan.
Car cel sec Amors que·s n'esdui
e cel l'enchaussa qu'ela fui.
Ben ai en cor del estraire
tro que vas midons repaire.
Ja non er, si tot me greya,
qu'enquer fin e plaih nolh man;
que greu m'es c'aissi·m recreya
ni perda tan lonc afan.
A sos ops me gart em estui,
e si non em amic amdui
d'autr'amor no m'es vejaire
que ja mais mos cors s'esclaire.
 Enaissi fos pres com eu sui
mos Alvernhatz, e foram dui,
que plus nos pogues estraire
d'en Bei Vezer de Beicaire.
Tristan, si no·us es veyaire,
mais vos am que no solh faire.
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map flag Traduzione di Roberto Gagliardi
dell'Accademia Jaufre Rudel
Traduzione letterale:
I.L'usignolo s'abbandona alla gioia tra i fiori sul ramo, e a me ne prende tanto desiderio che non posso a meno di cantare: ma non so di che cosa ne di chi [cantare], che non amo ne me ne altri, e poiché amore non m'ispira, posso a stento comporre un buon vers.
II.Chi serve una donna con orgoglio e con inganno, ottiene da amore maggiori ricompense di colui che sempre supplica e si umilia, ché a mala pena esso sopporta chi, come me, è leale e fedele. Tale sua condotta ha sconvolto tutte le cose mie in quanto io non sono mai stato falso e ingannatore.
III.Come il ramo si piega da quella parte ove il vento lo va percuotendo, così ero io sottomesso a lei, che mi si mostra ostile, per ubbidire al suo comando. E per questo che ella mi procura sofferenze e danni (mostrandosi cosi dì cattivo lignaggio): le do a strapparmi entrambi gli occhi, se può rimproverarmi un altro torto.
IV.Sovente mi accusa, disputa contro di me, mi rimprovera e quando agisce male, riversa tutta la colpa su di me. Amabilmente si prende gioco, si burla, dichiarandomi colpevole del suo stesso torto. Ma è proprio vero che il ladro crede tutti suoi pari!
V.Nessuno, al vederla, può non prestare fiducia ai suoi begli occhi e al suo sembiante, ne pensa che debba avere cuore duro e cattivo sentire; ma l'acqua cheta è più che rovinosa di quella che scorre con fragore. Trae in inganno chi, apparentemente di buone maniere, in realtà non lo è.
VI.Mi allontano, fuggo da ogni luogo dove ella si trova, e per non vederla, le passo davanti ad occhi chiusi. Amore segue chi lo fugge e fugge chi lo segue. Ho in animo di allontanarmi [da amore] finché [esso] sia ritornato dalla mia donna.
VII.Sebbene mi riesca gravoso, pure le dichiarerò certamente pace e accordo, che mi addolora rinunziare così e avere invano sopportato si lungo affanno. Mi ritenga, mi conservi per sé, e se noi due non siamo amici, non credo possa il mio cuore gioire mai di altro amore.
VIII.Fosse il mio Alvernhatz così preso [da amore] come sono io, e fossimo due [a essere così fortemente innamorati], da non potere più staccarsi dal signor Bel Vedere di Beaucaire.
IX.Tristano, vi amo, anche se non vi sembra, più del solito.

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La traduzione è di Roberto Gagliardi.
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