Title

Ja nuls om pres non dira sa razon
(Re Riccardo Cuor di Leone)
Ja nuls hom pres non dira sa razon
Adrechament, si com hom dolens non;
Mas per conort deu hom faire canson.
Pro n'ay d'amis, mas paure son li don;
Ancta lur es si, per ma rezenson,
Soi sai dos ivers pres.
 Or sapchon ben miei hom e miei baron,
Angles, norman, peitavin e gascon,
Qu'ieu non ay ja si paure companhon
Qu'ieu laissasse, per aver, en preison.
Non ho dic mia per nulla retraison,
Mas anquar soi ie[u] pres.
Car sai eu ben per ver certanament
Qu'hom mort ni pres n'a amic ni parent;
E si'm laissan per aur ni per argent
Mal m'es per mi, mas pieg m'es per ma gent,
Qu'apres ma mort n'auran reprochament
Si sai me laisson pres.
 Nom meravilh s'ieu ay lo cor dolent,
Que mos senher met ma terra en turment;
No li membra del nostre sagrament
Que nos feimes els sans cominalment
Ben sai de ver que gaire longament
Non serai en sai pres.
Suer comtessa, vostre pretz soberain
Sal Dieus, e gart la bela qu'ieu am tan
Ni per cui soi ja pres.
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map flag Traduzioni di Roberto Gagliardi
dell'Accademia Jaufre Rudel
Traduzione letterale:
I.Mai un prigioniero dirà la sua ragione francamente, se non come un uomo che piange; ma per conforto si deve fare una canzone. Io ho molti amici, ma poveri sono i doni; onta per loro se, per la mia liberazione, son qui due inverni prigioniero.
II.Sappiano bene i miei uomini e i miei baroni inglesi, normanni, pittavini e guasconi, che io non ebbi mai compagno, per quanto povero, che lasciassi, per [risparmiare] denaro, in prigione. Non dico ciò per alcun rimprovero, ma ancora io sono prigioniero.
III.Perchè io ben so con certezza che un uomo morto o prigioniero non ha amici nè parenti; e se mi abbandonano per [non perdere] oro o argento, male è per me, ma peggio è per mia gente, che dopo la mia morte n'avranno rimprovero se qui mi lascian prigioniero.
IV.Non mi meraviglio se ho il cor dolente, che il mio signore mette la mia terra in tormento; non si ricorda del nostro giuramento che noi facemmo sulle reliquie unitamente; ben so che guari lungamente non sarò qui prigioniero.
V.Sorella Contessa, il vostro pregio sovrano, lo salvi Iddio, e guardi la bella ch'io amo tanto e per la quale già fui prigioniero.

Note:

TESTO:
Il testo è di Raynouard-Riquer. La forma metrica è una retroencha (in francese retrouange), variante della canso (da cui si differenzia per la presenza del verso rima - quello terminante con pres). Di questo testo abbiamo la musica, e ne esiste anche una versione in langue d'oil, probabilmente precedente a quella in langue d'oc, e provvista di due strofe in pił.

L'AUTORE E L'OCCASIONE:
Riccardo è figlio di Enrico Plantageneto e di Alienor d'Aquitania. Nato ad Oxford nel 1157, morto nel 1199, re d'Inghilterra dal 1189 al 1199. Nel 1190 partecipa insieme a Filippo II Augusto alla III Crociata, indetta dopo la conquista da parte del Saladino di Gerusalemme (1187). Resta in Oriente fino all'ottobre del 1192: parte dopo aver concluso nel giugno una pace con il Saladino (che morirą il 4 marzo del 1193), per tornare in patria, dove il fratello Giovanni (John Lackland, "Giovanni Senzaterra") sta insidiando il trono d'Inghilterra (è lo sfondo storico delle storie di Robin Hood).

Durante il viaggio di ritorno venne catturato e imprigionato da Leopoldo d'Austria il 21 dicembre 1192, su suggerimento dell'imperatore Enrico VI (il figlio del Barbarossa), e assoggettato ad un enorme riscatto (150.000 marchi, equivalenti a 34.000 Kg. d'argento: per mettere insieme questa somma si dette da fare soprattutto la madre Alienor). Venne liberato solo il 2 febbraio 1194. Il testo di Ja nuls om, se si riferisce davvero a questa vicenda, dovrebbe essere stato scritto nell'inverno 1193/94.

NOTIZIE PARTICOLARI:
St. 4 Mos senher, il "mio signore" è Filippo II Augusto re di Francia, e quindi signore feudale di Riccardo in quanto duca d'Aquitania o di Normandia. Quando seppe della prigionia di Riccardo, Filippo intraprese una campagna contro i possessi continentali di Riccardo, conquistando nel 1193 Gisors.
St. 5 Suer comtessa, la "sorella contessa" è Maria di Francia, contessa di Champagne, figlia di Luigi VII di Francia e di Alienor (e, quindi, sorellastra di Riccardo). Il riferimento finale alla bela, la "bella donna" di cui in passato Riccardo sarebbe stato prigioniero è probabilmente solo un gioco di parole che rimanda alla convenzione cortese per cui il cuore di Amante è "prigioniero" di Madonna.

Versione Metrica:

Mai prigioniero dirà le sue ragioni
liberamente, solo in tristi toni:
ma per conforto si devon far canzoni.
Molti gli amici, troppo pochi i doni:
onta a loro, se in attesa io qui stazioni
due inverni prigioniero.
Lo sappiano i miei vassalli e i miei baroni,
normanni, inglesi, pittavini o guasconi,
ch'io mai compagni, pur se poveri e proni,
lasciai per soldi languir nelle prigioni.
Non dico questo per fare riprensioni:
ma ancor son prigioniero.
Ch'io lo so bene per vero e certamente:
chi muore o è preso non ha amico o parente.
Se argento od oro sia più di me valente,
è male sì per me, ma peggio è per mia gente,
che di mia morte l'infamia avrà cocente
se resto prigioniero.
Ah, non è strano se il cuore m'è dolente,
che il mio signore del mio regno è nocente:
ora di quel giuramento è sconoscente,
che noi facemmo sul santo unitamente.
Ma lo so bene: non sarò lungamente
io qui da prigioniero.
Iddio ve lo salvi, o contessa sorella,
il vostro regal pregio. Ed anche la bella
mia donna guardi: per amor di quella
io già fui prigioniero.

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Il brano in background è Ja nuls om pres non dira sa razon
di Re Richard Lionhearted (1157-1199), seq. Curtis Clark.
Il particolare che introduce il brano musicale nelle pagine dei
testi medievali è preso da un dipinto di Simone Martini.

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Le versioni letterale e metrica, nonché le annotazioni
sono di Roberto Gagliardi dell'Accademia Jaufre Rudel.
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