Mary O'Keefe, Young - 31.193 bytes

Mary O'Keefe
Young

Ovunque nel tempo

Vi è un film che amo molto e che spesso rivedo, è un film poco conosciuto ma bellissimo, Ovunque nel tempo, ed anch'io come il protagonista provo a volte ad immaginare di poter davvero tornare indietro nel tempo per rivedere solo per una volta, anche se per pochi istanti, la mia perduta Vanessa...

Tornare indietro con la mente alla primavera del '68, non è difficile, quasi ogni notte prima di addormentarmi rivivo quelle ore dolcissime passate assieme a lei, ma l'idea di poter tornare a quei giorni perduti anche fisicamente e non solo con il pensiero fa palpitare il mio cuore in un modo strano... Dio che darei per rivedere il suo sorriso anche se per pochi istanti, per ascoltare di nuovo la sua voce, per sfiorare solo per un'unica volta i suoi capelli di seta...
Tornare indietro nel 68, quando il mondo era diverso, più semplice, meno pieno di buio e di amari ricordi...
Quando mi sdraio sul letto spesso non cerco subito il sonno, ma penso e ripenso a quei giorni, ai nostri sogni senza fine, a quella vita che pensavamo di poter vivere assieme fino alla morte, ma fu lei a morire troppo presto ed io purtroppo continuai a vivere...
A volte la riaccompagnavo a casa dopo le nostre riunioni nella saletta che il parroco ci aveva messo a disposizione, eravamo una comitiva di ragazzi e ragazze per bene, non come la spazzatura che oggi appesta i chat internet con discorsi insulsi e volgari, noi parlavamo di tante cose, ma serie! A volte si organizzava anche un cineforum per poter discutere a film finito sulla tematica e l'ambientazione di questo.
Era un piacere partecipare e parlare tra noi, la volgarità era assente dai nostri discorsi, ma del resto erano i tempi che erano diversi, quindi di che stupirsi?
Facevamo di tanto in tanto una gita ma senza secondi fini, non fissavamo camere in albergo come si fa oggi con troppa facilità, si andava e tornava in giornata e le ragazze al massimo ci concedevano di riaccompagnarle a casa passeggiando, nulla di più, oggi tutto questo può far ridere, ma noi apprezzavamo la loro serietà e nessuno di noi si sarebbe permesso di pretendere qualcosa di più.
Altri tempi... tempi dolcissimi e pieni di delicato romanticismo...
Vanessa era la mia ragazza, non con il metro di oggi, ma con quello di allora, se si ballava, lei ballava solo con me, se si andava assieme a mangiare una pizza lei non civettava con altri ma sedeva accanto a me ed assieme passavamo ore bellissime, senza far nulla di sconveniente all'infuori del parlare o di sfiorarci la mano in una timida e fuggevole carezza.
Era tutto diverso allora, la cosiddetta liberazione sessuale era di là a venire e non vi era nulla di trasgressivo nei lunghi pomeriggi domenicali che passavamo assieme.
La domenica pomeriggio era un giorno speciale per noi, a volte si andava ad ascoltar musica da uno che aveva la casa grande, oppure si andava a passeggio tutti assieme, fermandoci semmai in una gelateria se era estate o andando al cinema se era inverno, una volta andammo a Fiumicino a guardare il tramonto sul mare... Lo so, sembrano svaghi stupidi, banali ma per noi non lo erano, erano invece momenti bellissimi da conservare nello scrigno della memoria per riassaporarli negli anni futuri...
Io l'amavo con tutto il mio cuore eppure non glielo dissi mai... timidezza? Forse... ma lei lo sapeva, lo capiva da tante piccole attenzioni che riservavo solo a lei, lei mi ricambiava con tenerezza e con la sua naturale dolcezza, no, non civettava con gli altri, sapeva che le volevo bene e non mi avrebbe mai fatto soffrire destinando ad altri quei sorrisi che invece riserbava solo a me.
Organizzare i cineforum fu un modo per stare un pò più assieme, due volte a settimana ci riunivamo in parrocchia per vedere il film scelto in modo da accontentare tutti, in realtà di quei film non ne ricordo neppure uno, per tutto il tempo guardavo il delicato cammeo del suo profilo e quando tornava la luce nella saletta anche lei mi confidava con un timido sorriso che in realtà aveva seguito ben poco la trama e che per tutto il tempo aveva pensato a me ed al nostro futuro.
All'uscita la riaccompagnavo a casa e camminando parlavamo di tante cose, nessun argomento era mai tedioso per lei, mi ascoltava sempre e sempre interveniva con giuste e sensate osservazioni... di quei pochi mesi non mi riesce di ricordare una sola volta che vi sia stato un motivo di disaccordo, mai un litigio, mai uno screzio, solo momenti sereni e ricchi del suo affetto...
La conobbi nel dicembre 1967, come ogni anno in quella saletta parrocchiale dove spesso ci riunivamo si allestiva un piccolo albero di natale e quell'anno non so come ero io a doverlo preparare assieme a lei, da poco entrata nel nostro gruppo, così mentre mettevamo gli addobbi parlavamo tra noi, io le raccontavo i miei progetti per il futuro e lei i suoi, io le confidavo quali erano le cose che amavo e lei faceva altrettanto...
Quando l'albero fu pronto avevamo scoperto di aver tante cose in comune e soprattutto gli stessi sogni per un futuro sereno e dolcemente romantico.
Non ero un bel ragazzo, anzi all'epoca portavo gli occhiali spessi e vestivo in modo molto poco appariscente, lei invece era bellissima, bionda e con gli occhi azzurri, snella e minuta, il mio tipo ideale... e per strano che possa sembrare a lei piacevo.
A lei piaceva soprattutto il mio modo timido di guardarla quasi di nascosto, a lei piaceva quando parlandole la mia timidezza a poco a poco si scioglieva in un sorriso.
Lei era di famiglia agiata e probabilmente avrei avuto qualche difficoltà a farmi accettare dai suoi dato che, stando a quanto lei mi raccontava, erano molto diffidenti verso chiunque. Ma lei era anche una ragazza tenace e sicuramente assieme avremmo vinto ogni ostilità...
In quei tempi volevo diventare tante cose... non avevo ancora deciso cosa fare della mia vita, ero affascinato dallo studio della genetica, ma anche dalle letterature antiche, mi affascinava il giornalismo e mi sarebbe piaciuto scrivere e pubblicare libri...
«Hai tanti sogni Rob, sicuramente uno lo realizzerai ed io sarò accanto a te per incoraggiarti e spronarti, ma anche se sceglierai di essere solo un impiegato questo non cambierà nulla, poiché il lavoro non ti impedirà in alcun caso di raggiungere altri traguardi in altri campi...»
«Oddio - facevo io storcendo la bocca - impiegato mai! Semmai insegnante! Come insegnante avrei tanto tempo da dedicare all'altro mio sogno, divenire scrittore, e con te accanto lo diverrò di sicuro, tu sarai la mia musa Vanny, l'insegnamento potrà darci una certa tranquillità economica ma l'obiettivo è un altro».
Eravamo giovani, tanto giovani... eppure non pensavamo alle sciocchezze ma facevamo seri progetti per il futuro. Non sarebbe stato facile spuntarla con i suoi ma lei una volta mi disse che non avrebbe rinunciato a me per nessun motivo...
Che strano a pensarci oggi eppure è vero, pur facendo progetti per il futuro non ci siamo mai detti "ti amo"... ma a che sarebbe servito dirlo con le parole? I nostri cuori lo sussurravano l'un l'altro ad ogni istante.
Oggi ci si bacia con troppa facilità e con troppa facilità si va a letto con persone che si conoscono appena, noi invece solo una volta ci siamo scambiati un lieve bacio a San Valentino, non avevamo bisogno d'altro, avremmo avuto l'intera vita per amarci, quindi che fretta c'era?
Oggi si fanno promesse di amore eterno che durano solo lo spazio di un mattino, a quei tempi era diverso, le scelte erano davvero per sempre, lei scelse me fra tanti assai più appariscenti, non guardò l'aspetto, guardò la mia anima... ed io scelsi lei, era sì la più bella di tutte ma soprattutto aveva una ricchezza d'animo che mai più ho trovato in un'altra dopo di lei. Mi amava e non guardava o cercava altri, mi avrebbe amato sempre e senza cedimenti...
Vanny amava leggere e non romanzetti rosa, ma le opere dei grandi della narrativa russa ottocentesca, che erano i suoi preferiti, ma al tempo stesso amava la poesia del rinascimento ed il teatro shakespeariano... io ancora non mi ero accostato all'universo poetico del medioevo ma di sicuro lei lo avrebbe amato come io lo amo oggi.
Lei avrebbe condiviso con me l'amore per la poesia troubadourica per il solo fatto che era di animo romantico ed attratto dalle cose belle e di sicuro la poesia provenzale è la più bella che sia mai stata scritta da quando esiste la poesia.
Questa affinità d'animo e di vedute era la base per edificare assieme un legame di amore ed affetto che nulla avrebbe mai potuto scalfire.
Oggi negli stupidi chat che appestano internet si va subito al sodo, nel modo più rude e volgare possibile, dove è più il romanticismo? Che vi è di romantico in una webcam? Ma perché stupirsi? Molte delle donne che oggi frequentano i chat di irc possono essere definite solo in un modo e di sicuro del romanticismo non sanno che farne...
Vanny amava leggere ed anch'io... Vanny amava le cose belle ed anch'io...
Una volta visitammo un museo assieme e furono due ore talmente belle che a volte quando vi ritorno con la mente avverto una dolorosa fitta al cuore.
Condividere assieme l'amore per il bello e per l'arte è qualcosa di sublime, in quel momento non si dialoga più con le parole ma sono le anime stesse che sussurrano tra loro servendosi di un linguaggio segreto ed inaudibile.
Mi amava perché condividevo il suo mondo, l'amavo perché il suo mondo era anche il mio...
Leggevo molto all'epoca, per lo più saggistica, lei mi schiuse altri orizzonti, lessi i classici russi che lei stessa mi prestava e poi passavamo ore a commentarli...
Dopo il 68 non ho più voluto leggere quegli autori, non potevo, leggerli voleva dire ricordare cosa avessi perso con la sua morte ed il dolore mi assaliva costringendomi a chiudere quei libri dopo poche righe.
Fu una primavera ricca di promesse e di sogni, sogni bellissimi di una vita assieme ricca di tenerezza e di poesia, ma i sogni più belli si infrangono al risveglio del mattino lasciando solo l'amaro sapore in bocca di aver perduto qualcosa che il grigiore della vita non potrà mai più restituirci.
Vanessa era malata, non so se lo sapesse o se in cuor suo sperasse che non fosse così grave, la mia Vanny aveva la leucemia e a quell'epoca non vi era scampo.
Quell'estate del 68 lei andò in vacanza con i suoi, così mi disse, così credetti, invece andò all'estero per una cura che non ebbe l'esito sperato...
Lo sapeva? Sapeva che la sua vita era appesa ad un esile filo? Forse... chi può dirlo?
Ci congedammo a fine giugno, doveva tornare ai primi di settembre ed io non riuscivo ad accettare l'idea di star lontano da lei per ben due lunghi, interminabili, terribili mesi ma non furono solo due brevi mesi, sono passati oltre 32 anni che hanno annullato in me ogni desiderio di amare di nuovo.
Contavo i giorni aspettando il suo ritorno e lei non scriveva neppure... del resto sapevo che i suoi non vedevano di buon occhio il nostro affetto ma ero certo che col tempo avrebbero capito che desideravo solo la felicità di Vanny.
Per questo pur soffrendo per il silenzio epistolare attesi senza neppure sospettare che il destino stava per distruggere per sempre tutti i nostri sogni.
Quando giunse settembre lei non tornò...
Non capivo, non riuscivo a capire il perché della sua assenza, a volte passeggiando mi spingevo sino vicino casa sua, sapevo quali erano le finestre della casa al quarto piano dove lei abitava ma le vedevo sempre chiuse e non capivo il motivo di un'assenza così prolungata, non lo sapevo, non lo capivo, non riuscivo ad accettarlo.
Ogni volta che entravo al circolo parrocchiale mi guardavo attorno cercandola con lo sguardo, poi qualcuno raccontò al parroco del nostro affetto...

Eravamo tutti amici e la mia solitudine in quella lunga attesa non passò inosservata ed un giorno il parroco mi disse di andare da lui che doveva parlarmi...
Andai un pò frastornato, non sapevo il motivo della chiamata e non immaginavo che il mondo stava per crollarmi addosso.
L'ometto era nervoso, titubante, mi guardò a lungo poi disse con tono morbido e gentile «Mi hanno detto di te e Vanessa, è vero Roberto?»
Sulla difensiva pensai che volesse rimproverarmi di non essere un galantuomo e subito puntualizzai «Don Ernesto io voglio bene a Vanessa e lei vuole bene a me, non le ho mai mancato di rispetto e non lo farei mai perché l'amo sinceramente ed anche se i suoi non mi conoscono io non avrò alcuna esitazione a dire loro queste stesse parole»
Agitò la mano in aria come per frenare le mie parole «Lo so, lo so, so anche che sei un bravo ragazzo e nessuno mi convincerà mai del contrario»
Ripresi «Allora perché mi ha chiamato? Forse i genitori di lei le hanno detto di tenermi lontano dalla figlia? E perché non torna? Tra poco iniziano le scuole e le finestre di casa sono sempre chiuse!»
Scosse la testa «Credo che loro nemmeno sappiano di te, il fatto è che...»
Non trovava le parole ed io sentii come uno strale di ghiaccio nel cuore, forse si erano trasferiti, Vanny una volta aveva accennato ad una possibilità del genere e l'idea di dover aspettare forse mesi prima di rivederla fuggevolmente mi agghiacciava. Lo chiesi con timore.
«Si sono trasferiti? E dove?»
Il parroco si era acceso una sigaretta, ne aveva tirate due boccate e l'aveva subito spenta con rabbia.
«Non è facile dirti quello che ti devo dire, vi ho osservati a lungo ed in cuor mio ne ero felice, una bella coppia è una gioia agli occhi del Signore, ma non sempre Dio protegge le sue creature!...» e vibrò un pugno sul tavolo, con rabbia e dolore.
Erano parole strane nella bocca di un parroco, quasi blasfeme, ero sorpreso e ammutolito, non riuscivo a capire a cosa volesse alludere.
Si accese una seconda sigaretta e la spense di nuovo poi trovò il coraggio e mi disse che Vanny era morta.

Mi lasciai cadere sulla sedia, non era possibile, non la mia Vanny, non lei...
Lo ascoltai come in sogno, mi disse della leucemia, del viaggio in America, delle cure inutili e della morte a Boston a fine agosto. I suoi erano tornati in Italia e si erano trasferiti nel nord, non sapeva neppure dove, la madre non voleva più vivere a Roma ed il padre aveva ottenuto il trasferimento in tempi brevissimi.
Quel che era certo è che Vanny era ora sepolta chissà dove e che io non avrei mai potuto piangere sulla sua tomba. Io non conoscevo neppure il suo cognome, a quei tempi il nome bastava, lei era Vanessa, io ero Roberto, che importanza avevano i cognomi?
Ed ora non avevo più modo di conoscerlo, da qualche parte chissà dove vi è ancor oggi una tomba con il suo nome sopra ed io non potrò mai sostarvi davanti per parlarle e dirle quelle parole che non le dissi in vita ma che in cuor suo lei conosceva.
La mia Vanny era morta di leucemia e il nostro futuro era finito prima ancora di cominciare.
Mi restavano solo i ricordi di due dozzine di settimane, di una dolcissima primavera passata a sognare una vita felice, null'altro, un solo bacio a San Valentino e due feste in cui ballammo lungamente assieme, null'altro...
Ricordo che il parroco mi pose una mano sulla spalla dicendomi con dolcezza «Lo so è un colpo terribile per te, credimi, eravate davvero una bella coppia ed ero pronto ad aiutarvi, suo padre era un pò autoritario ma avrebbe capito che vi volevate bene sul serio, ne sono certo, ma Dio l'ha voluta per se...»
Lo interruppi urlando, credo «E che diritto aveva Dio di volerla per se?»
Non ricordo molto di quei momenti, a tratti come zattere dopo un naufragio affiorano negli anni frasi smozzicate delle tante dette in quell'ora terribile.
«Il dolore fortifica - mi disse - ci vorrà del tempo ma un giorno potrai amare di nuovo come hai amato lei»
Scossi la testa «Non dica come ho amato, ma come amo! Lei è nel mio cuore e vi resterà per sempre, nessun'altra, mai, prenderà il suo posto, perché nessuna sarà mai degna di essere amata come io amo lei»
Lui non capiva che si può davvero amare per sempre «Il tempo sana le ferite più dolorose - diceva - ciò che oggi ti appare impossibile col tempo accadrà».
Don Ernesto aveva torto, il tempo non ha mai richiuso quella ferita, a volte l'ha solo lenita e in quei momenti ho creduto di poter amare altre persone, le ho amate sì, amate sinceramente, ma non come Vanessa, Vanessa era speciale e le altre sono state ben poca cosa di fronte a lei.
Ho fatto tante scelte sbagliate dopo di allora ma quando mi ritrovavo solo, nel mio cuore si riapriva quella ferita antica che nessuna donna al mondo potrà chiudere mai.
Ho anche convissuto per quasi tre anni ma è stato il mio errore più grande, una scelta sbagliata fin dall'inizio, io ho amato con sincerità chi non meritava amore, dopo aver assistito a tradimenti, squallore morale e bassezza d'animo ho scacciato via da me quella persona... sono di nuovo solo ora con i miei ricordi ed in questa rinnovata solitudine si risveglia quell'unico vero amore che ho tentato di soffocare troppe volte e sempre in modo sbagliato.
Forse esiste chi potrebbe essermi accanto come lo fu lei in quella breve parentesi della mia vita, ma non l'ho trovata e di certo non la troverò ora che son quasi cieco e sordo ed in completa povertà.
Con lei accanto ben altra cosa sarebbe stata la mia vita ma come disse Don Ernesto «Dio l'ha voluta per se» forse perché era un vero angelo ed un angelo non può vivere su questa terra così rozza e piena di gente falsa ed ipocrita...

A questo io penso quando tento di assopirmi alla sera, ai 32 anni senza di lei ed a quelli che ho ancora davanti, sicuramente di meno ma non per questo meno dolorosi.
Tutti i miei sogni li accantonai, non avevo più motivo di realizzarli e per chi? Morta lei ho lasciato che la vita mi scorresse addosso senza protestare, senza reagire, mi sono laureato in una materia che detestavo, ho accettato senza obiettare un lavoro che mai avrei fatto con lei accanto, ho vissuto... ma in realtà ho cessato di vivere in quel giorno dell'ottobre 68 in cui il tempo si è fermato per sempre.
Quando ho potuto ho aiutato chi si rivolgeva a me, per amicizia, per affetto e a volte come in quest'ultimo caso ho fatto del bene a chi non lo meritava affatto.

Poi un giorno ho perso un occhio, a nulla sono serviti numerosi interventi e sempre in quella terra di nessuno che precede il risveglio dall'anestesia avevo la netta sensazione che qualcuno mi fosse accanto tenendo una mano sulla mia spalla per infondermi coraggio.
Invalido, con una modesta pensione ed ora anche in povertà non ho rinunciato a lottare, non accetto la sconfitta, troppe volte ho chinato il capo accettando odiose schiavitù, ed è strano questo sentimento, per tutti questi anni ho vissuto come in un sogno rinunciando ad imboccare strade che potevano rendere meno faticoso il mio cammino... ed ora vorrei poter cambiare quel tragitto percorso con indolente rassegnazione, vorrei aver compiuto scelte diverse non per una vita migliore ma per dimostrare a lei che il suo Roberto poteva farcela... non l'avrei avuta accanto, certo, ma l'avevo nel cuore e questo avrebbe dovuto darmi la forza.
Purtroppo non ho avuto quella forza e in quell'ora maledetta io sono morto dentro e nulla mi ha più risvegliato...
Ho una solitudine antica nell'anima, incapace di amare, mi è stato detto anche questo da chi l'amore non sa neppure cosa sia... invece so di saper amare e per sempre dato che questo amore lo custodisco nel mio cuore senza averlo mai fatto appassire nel corso degli anni...
Tra pochi giorni saranno esattamente 33 anni da quando lei entrò nel mio cuore senza mai più uscirne...
Dopo di allora ho odiato anche gli alberi di natale poiché mi riaprivano una ferita che mai potrà rimarginarsi, odio il natale, odio san valentino ed odio il brumoso ottobre poiché ho perduto l'unica persona che era la sola ragione della mia vita.
Ho amici, tanti e carissimi, ho una dolcissima amica svedese che in questi ultimi tempi ha trepidato per me e per la mia incolumità, è lontana tanto lontana nello spazio così come Vanny lo è nel tempo, eppure mi sono entrambe vicine in quella terra dei sogni dove ogni notte mi incammino...

Ovunque nel tempo... se solo potessi... per un solo istante rivederla rinuncerei senza esitare agli anni che mi restano da vivere, mi basterebbe solo avere il tempo di dirle finalmente quelle parole che non le ho detto in vita, due secondi appena per dirle ti amo... ma il tempo mi è stato nemico, mi ha donato solo illusioni, in cui ho scioccamente creduto e che spesso si sono dissolte con l'eco di una risata malvagia.
Non posso tornare indietro negli anni e non esiterei a rinunciare a tutto ciò che posseggo in cambio del suo sorriso e di esserle di nuovo accanto per pochi istanti.
Per questo amo quel film e lo rivedo spesso perché so che l'amore può davvero infrangere la barriera degli anni e che di fronte ad esso a nulla valgono le sciocche promesse altisonanti fatte al solo scopo di ingannare.
Un ricordo può esser pieno di dolcezza e di dolore, una medaglia ha sempre due facce, ma nel lato della dolcezza vi è il cammeo del suo profilo, nell'altro i lunghi anni vuoti trascorsi senza di lei...
Avrei dovuto dirgli "ti amo" quando partì quell'estate e non lo feci, lo dissi con gli occhi e non con le parole ed ora rimpiango quella voce a lei dovuta e la sciocca timidezza che la trattenne in me... non volevo quella lontananza, mi sembravano troppi due mesi e forse avevo anche un pò di rancore per quella partenza che non riuscivo ad accettare.
Oggi guardando indietro mi rendo conto che quei due mesi erano davvero poca cosa di fronte a questi orribili 32 anni, ma allora non immaginavo che era l'ultima volta che la vedevo... ecco forse quel momento vorrei rivivere di nuovo per dirle ti amo in modo che lo porti con se in quel viaggio senza ritorno...
Che diritto aveva Dio di prenderla con se? Che diritto aveva di cancellare il nostro futuro? Cosa vi era di sbagliato nel nostro tenero amore?
Queste domande sono rimaste da allora senza risposta ed a volte sosto sul balcone osservando il tramonto, come quella volta a Fiumicino, allora lei era accanto a me, oggi è in me sino all'ultimo dei miei giorni... con i miei poveri occhi malati cerco nelle nuvole il suo profilo sino a che il sole tramonta ed il manto nero della notte spegne le ultime luci.
No, non potrò mai tornare indietro, questa magia può accadere solo in un film, non nella realtà, eppure come in una macchina del tempo gli anni scorrono veloci all'indietro ed a volte ho la sensazione di averla nuovamente accanto, solo una sensazione che si dilegua come nebbia ma che ogni volta riapre una ferita che nulla al mondo può richiudere.

From Comix Ghost - 29.731 bytes

Ovunque tu sei nel tempo Vanessa sappi ora e per sempre che ti ho amata allora e per tutti gli anni trascorsi e che ti amerò per tutti quelli futuri, quei pochi che restano, tu lo sai, lo sapevi allora e lo hai sempre saputo, non ti dissi allora quelle parole, le dico oggi «Ti amo Vanny, per sempre».

Firma - 3.979 bytes

Scritto a Rieti tra il 4 ed il 9 dicembre 2000, poco dopo la conclusione di una convivenza che mi ha lasciato in totale povertà e che mi ha tolto ogni fiducia in certe promesse altisonanti fatte al solo scopo di ingannare.


Sign Guestbook Mail - 8.743 bytes View Guestbook

Torna al menù dei racconti vari
Torna alla pagina principale
Visita A l'entrada del tens clar
Torna alla Home e attiva il Dukebox

Il brano in background è la colonna sonora dal film Somewhere in time.


This page was created by Duca Lucifero, ©2000-2005
The wonderful Heartrose set is made by Moyra!

Don't Link Directly to Someone Else's Server - 5.605 bytes Logo Moyra Heartrose Set Give Credit Where Credit Is Due - 4.052 bytes
C'è chi può e chi non può... Thous Shalt Honor the Artists, Writers and Creatives of this World What is Copyright - 4.781 bytes

Visitors:
Accessi globali
all'intero web
dal 5 dicembre 1996

E-MAIL MESSENGER
Name:
E-mail:
Messaggio al Duca Lucifero


Spazio Web offerto da: