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Durante l'Impero di Augustus LXXXVII Tiberio Augusteus e sotto l'alto pontificato di Romolo XLII Romuleus venne varato nel più assoluto segreto un progetto di immane portata. Per oltre due secoli i più potenti telepati e telecinetici dell'Universo vennero confinati su un gigantesco pianeta artificiale situato in un'area periferica del settimo quadrante del superammasso Neroniano. Per ben due secoli, mentre le immani forze mentali si scatenavano rimodellando lo spazio, le titaniche astronavi imperiali che facevano spola tra i superammassi vennero costrette a lunghe deviazioni per non venir coinvolte in quel terrificante Armageddon di esplosioni di supernove, di galassie lanciate fuori dalle loro orbite, di milioni, miliardi di stelle compresse tra loro con la conseguente torsione dello stesso tessuto spaziale...
Mentre tutto questo accadeva, all'insaputa dei cittadini del più grande impero della storia universale, su un piccolo mondo della galassia di Andromeda, un matematico, Kwell l'lowa, realizzava la fase iniziale di un suo progetto a lungo meditato. Kwell l'lowa, matematico, fisico quantico, logico eptadimensionale, era anche il più autorevole studioso di scacchi, l'antico gioco importato da Prima Roma molte ere addietro, ed aveva deciso una volta per tutte di risolvere il gioco stesso.
Dopo due secoli di sforzi telepatici l'impulso iniziale era stato dato e l'aspetto dell'area scelta ai margini del superammasso Neroniano iniziava rapidamente ad assumere un nuovo aspetto. Un centinaio di galassie, già fatte sgomberare in precedenza, fu disposto in una vasta area del settimo quadrante dalla forma vagamente quadrangolare e analogamente enormi nebulose di gas prodotte da numerose nove e supernove fatte esplodere appositamente vennero rimorchiate in zona e poste in parcheggio.
Durante questo primo periodo Kwell l'lowa aveva esaminato tutte le labirintiche varianti derivanti da a3, a4, Ca3, b3 e si accingeva ad esaminare la linea b4...
Ebbe quindi inizio un lentissimo lavoro di modellazione delle galassie prescelte, trentadue luminosissime e trentadue costituite solo da soli morti e morenti furono connesse tra loro come tessere di un immane mosaico. Tutti i soli che le componevano vennero infine stabilizzati per evitare esplosioni indesiderate...
Durante questo lungo lavoro Kwell l'lowa giunse ad esaminare la linea e4...
Le galassie finalmente furono stabilizzate anche gravitazionalmente e quelle vive e quelle morte si fondevano ora per realizzare uno strano tappeto di luce ed ombra. Quindi ebbe così termine anche la seconda e più delicata fase del progetto e mentre i telepati esausti venivano sostituiti con migliaia di altri provenienti da tutte le regioni dell'impero, Kwell l'lowa passava con un leggero turbamento ad esaminare la linea scaturente dall'apertura f3...
Iniziò la terza fase e le nebulose ormeggiate nel parcheggio ai margini del superammasso Neroniano furono prelevate per essere scolpite con la collaborazione di alcuni fra i più grandi artisti dell'Impero. Anche questa fase richiese un lunghissimo periodo di tempo soprattutto per la colorazione delle trentadue nebulose. In questo periodo l'Imperatore in carica si disattivò lasciando il trono al suo clone Augustus LXXXVIII Tiberio Augusteus.
Nel frattempo Kwell l'lowa chiuso all'interno del supercalcolatore giungeva intanto ad esaminare l'apertura g4...
Finalmente appena due anni prima della scadenza fissata l'opera era finalmente pronta per essere offerta ai due signori dell'intero universo, a quell'Augusto ed a quel Romolo che erano gli ultimi discendenti dei due omonimi capostipiti che presero parte al leggendario esodo di Rufus Iº, risalente ai primordi di Nova Roma.
Kwell l'lowa finalmente giunse ad esaminare l'ultima apertura, la Ch3...
Galbro si rivolse ad un giovane pretoriano indicando il quadrante.
Kwell l'lowa aveva concluso le sue analisi durate quasi due millenni ed era stupito per il risultato ottenuto quindi diede inizio ad un rapidissimo riesame di tutte le varianti...
Augusto sollevò dalla scacchiera di diamante su cui era impegnato in una partita con il Pontifex e fissò interrogativamente il pretoriano.
Kwell l'lowa finalmente comunicò l'ordine di reinserimento nel proprio corpo che, conservato in una cripta di stasi, attendeva da due millenni di essere nuovamente animato dal cervello più geniale della storia. Mentre Kwell l'lowa si preparava a tornare ad essere un uomo, rimuginò sugli sconvolgenti risultati delle sue analisi durate così lungamente...
L'astronave imperiale affiorò dall'interspazio proprio ai margini del settimo quadrante del superammasso Neroniano ed il Dono si offrì agli occhi dell'Imperatore e del Pontifex in tutto il suo smagliante splendore: era una scacchiera, ma una scacchiera della quale solo l'Imperatore dell'Universo era degno. Le case bianche erano galassie luminosissime, mentre le case nere erano altrettante galassie ma morte e spente. Gli splendidi pezzi finemente scolpiti erano nebulose e gli occhi dei pezzi stessi, costituiti da grappoli di soli azzurri, azzurri come gli occhi dello stesso Imperatore, sembravano manifestare grandezza ed irridente potenza, come per sfidare l'Universo stesso ormai da lungo tempo proprietà dell'Augusto e di Roma.
Kwell l'lowa contemplò il suo corpo, dopo quasi due millenni lo sentiva quasi estraneo, nonostante la rieducazione durata dieci anni che gli aveva fatto perdere tutti gli splendidi festeggiamenti per l'anniversario dell'impero. Peccato, pensò con vaga stizza, tuttavia aveva i risultati e volente o nolente doveva recarli all'Imperatore come suo personale dono, forse non sarebbero stati molto graditi ma non poteva fare altrimenti e ne tanto meno poteva nasconderli.
La Scacchiera rimase così, abbandonata nel cosmo, fantastico gioiello, monumento all'ingegno umano, oggetto di stupore per chiunque vi transitasse nei paraggi, ma presto fu dimenticata, come dimenticato fu il gioco che essa rappresentava e quando, un miliardo di anni più tardi, iniziò la costruzione dell'Anello Fatato, l'ultima titanica creazione dell'uomo, non vi era più una sola persona in tutto l'Universo che ancora ricollegasse quel buffo e caotico ammasso di galassie e nebulose con un gioco, un gioco un tempo così popolare da richiedere lo sforzo di due millenni di lavori e di legioni di telepati per offrire all'Imperatore ed al Pontifex una scacchiera veramente degna del loro rango.
Questo racconto fu inizialmente scritto tra il 1983 ed il 1985 per la rivista Due Alfieri, ma rimasto inedito dopo la rottura dei rapporti con la rivista è stato rivisto il 21/26 dicembre 1998 ed è un collegamento tra Joks di Exiria (in cui viene citata la scacchiera) ed il romanzo abbozzato Storia del II Impero Romano. |
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Il brano in background è tratto dalla colonna sonora del film Il Terzo Uomo
con Orson Welles, il brano era eseguito da Anton Karas sulla sua cetra viennese.
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