Dal nostro inviato... all'Inferno
Parte Quinta
(massacrato [1] su Due Alfieri n. 34 di Novembre/Dicembre 1983)

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Keith Parkinson - Gateway to Faerie - 30.074 bites

Keith Parkinson
Gateway to Faerie


«Rufus, Rufus» un legionario s'inerpicò per le rovine del vallo, sino a portarsi di fronte all'uomo da lui chiamato. Questi volse le spalle agli ultimi raggi del sole al tramonto e guardò l'altro interrogativamente.
«Rufus, vengo da Roma e reco con me gravi notizie». Rufus fece cenno al legionario di sedersi e lui stesso si accomodò sul parapetto del camminamento.
«Ti riconosco, sei Gneo Racilio, parla pure.»
L'altro riprese fiato, poi ad occhi bassi iniziò a parlare con voce spezzata.
«Ezio è stato assassinato per ordine di Valentiniano, invidioso dei suoi successi militari, ed ora i barbari hanno ripreso coraggio e premono ai confini dell'Impero e Marciano, Imperatore d'0riente, tergiversa nell'inviare truppe a difesa dell'Urbe. Quando sono partito Petronio Massimo stava organizzando una congiura contro l'imperatore. Sono venuto a portarti l'ordine di rientrare a Roma con la guarnigione di Britannia, tempi oscuri si preannunciano per l'Impero e presto Roma sarà nuovamente alla mercè dei barbari».[2]

«Ecco, questo è il momento che cercavo, i testi parlano quasi esclusivamente del mistero della scomparsa della XX Valeria Victrix dalla Britannia, una scomparsa avvenuta senza lasciar traccia ma quasi nessuno si accorge che dopo nemmeno un secolo, quando Roma ritira le ultime guarnigioni dalla periferia dell'Impero, anche la superstite guarnigione di Britannia scompare a sua volta senza lasciar traccia, nemmeno nelle cronache, dato che col sacco di Roma quasi tutta la documentazione amministrativa viene data alle fiamme, quindi possiamo prelevare questi cinquemila uomini senza che ciò alteri la storia, giusto?»
«Non sarebbe stato più soddisfacente prelevare proprio la XX Valeria Victrix? Almeno era una legione al completo, in assetto da battaglia e pronta a combattere, non una stanca guarnigione logorata da guerriglie, malanni e sfiduciata per il cedimento di un impero millenario...»
«L'altra bene o male ha lasciato tracce anche nelle leggende, questa è perfetta, scompare e nessuno lo nota, la sfiducia nel futuro per l'imminente crollo dell'impero sotto i colpi dei barbari sarà l'ingrediente principale per la riuscita del mio piano».
Lucifero annuì incuriosito «D'accordo, la disorganizzazione del periodo renderà più facile far sparire la guarnigione, ma in tutta sincerità cosa vuoi farne? Portarli ai giorni nostri per arrestare le testate nucleari con freccie e daghe? Mi sembra esageratamente ottimistico...»
«Oh no, considera questo, i Druidi appaiono con i loro culti, con strani poteri e conoscenze decisamente avanzate per l'epoca in un'Europa ancora barbarica molti secoli prima di Roma. Da dove vengono? Chi sono? Vi sono strane ipotesi al riguardo ed una in particolare mi affascina...
Ho letto, quando ero in vita, l'ipotesi che non siano di questo mondo e che vi siano giunti attraverso una porta di nebbia per sfuggire forse ad un immane cataclisma, è possibile verificarlo?»
«Credo di sì, esploreremo il tempo e presto potremo rispondere a questa domanda - rimase un attimo a riflettere poi aggiunse - anche la XX Valeria Victrix scomparve nella nebbia...»
«Già, a questo pensavo, a quell'epoca i Druidi conoscevano ancora il segreto per l'apertura della porta, ma i Romani erano gli invasori e quindi l'avranno usato per liquidarli, dopo un secolo invece la guarnigione romana è di casa, molti hanno sposato donne del luogo, difendono le popolazioni dai selvaggi del nord quindi anche l'atteggiamento dei Druidi è cambiato nei loro confronti e di sicuro aprirebbero la porta per farli fuggire non per sterminarli e molti li accompagnerebbero nel vecchio mondo...»
[3]

«Racilio, se Roma abbandona la difesa della Britannia contro le popolazioni del nord... - con un ampio gesto indicò i villaggi sorti ai piedi del Vallo - per loro è la fine, solo la nostra presenza ha finora impedito l'invasione al di qua del Vallo»
«Rufus, comprendo i tuoi sentimenti, li rispetto, li apprezzo, sono degni di un generale di Roma, ma ormai la situazione stà precipitando, la tua guarnigione era stata finora esonerata dal rientro, proprio sperando prima o poi nell'intervento dell'Impero d'Oriente, ma è inutile illudersi, Marciano non invierà un solo uomo in difesa di Roma per fermare l'attacco dei Vandali, per questo siamo costretti, credimi, a malincuore a richiamare tutte le guarnigioni ancora disperse ai margini dell'Impero.»
«La difesa di Roma... ma cosa è più Roma? Valentiniano ha la sua reggia tra gli acquitrini di Ravenna con rane e zanzare a sua difesa. Solo la guida spirituale dei cristiani, il loro patriarca o papa o come lo chiamano, si ostina a rimanere in Roma, l'Urbe è solo un'ombra del suo grande passato, che bisogno hanno di noi?»
[4]
«Roma è un simbolo anche se Ravenna è la capitale, Roma non deve cadere in mano ai barbari, non deve!»

«Molto interessante - Lucifero appariva quasi sorpreso - sono apparsi quasi diecimila anni prima di Rufus proprio attraverso una porta di nebbia come quella della leggenda di cui parlavi»
«E come avete fatto a scoprirlo così in fretta? Ma soprattutto perché avete trascurato e dimenticato un fatto di questa importanza?»
Lucifero sospirò «È in quel periodo che ci sono andate male alcune cose, la vecchia civiltà planetaria era andata distrutta nel cataclisma di cui ti accennavo e noi ci ritrovammo di colpo esacrati e maledetti, dovevamo scegliere una nuova linea di condotta per poter ancora aiutare l'umanità senza che questa capisse che l'aiuto veniva da noi, fu allora che scegliemmo il nostro attuale ruolo e la piccola invasione che, come presto scoprimmo, era del tutto innocua ed irrilevante, fu annotata nei nostri annali e dimenticata.»
«Ma allora come avete potuto così rapidamente ritrovarne menzione?»
Sorrise «Il computer centrale ha nelle sue memorie tutti gli annali, abbiamo chiesto informazioni sui Druidi e questo vecchio fatto dimenticato e trascurabile è saltato fuori»
«Fatto trascurabile, vero? E non vi siete mai chiesti, solo per curiosità, cosa fossero quelle porte di nebbia?»
«Lo sapevamo, banali trasferitori di materia di tipo galattico, molto probabilmente venivano da un mondo sconvolto da una guerra atomica, è incredibile quante razze promettenti siano andate perdute in questo modo!»
«Ma non eravate interessati a questi trasferitori, caso mai per servirvene voi stessi?»
«E a quale scopo? A noi interessava l'umanità, ci eravamo dedicati ad essa, l'avevamo istruita, volevamo che fosse questa nostra creatura a spargersi nell'universo, il fatto che dopo ogni catastrofe l'uomo riuscisse a risollevarsi ci faceva sperare di aver trovato chi avrebbe potuto un giorno conquistare l'intero universo.»
«Non avreste potuto farlo voi?»
«Vi sono dei limiti e noi abbiamo i nostri, noi siamo diventati una cultura statica, in involuzione, a noi mancava qualcosa che l'uomo ha e noi non abbiamo mai avuto, il desiderio di conoscere! Per noi era indifferente avere un pianeta o un universo, noi potevamo raggiungere le stelle, le galassie e andare anche oltre se solo lo avessimo voluto, in parte lo abbiamo anche fatto, ma presto scoprimmo che questa conoscenza ci era del tutto indifferente, così quando scoprimmo su questo pianeta una razza semi-animale, ma che nel giro di poche generazioni aveva fatto progressi che a noi, nel nostro remotissimo passato, richiesero milioni di anni, decidemmo di fare un esperimento, così come altri ne avevamo fatti con altre razze un pò dappertutto...»
«Un pò come i monoliti di 2001...»
«2001? Ah sì, un buon film lo abbiamo in archivio, se vuoi vederlo basta che lo chiedi all'addetto. Quindi dicevo i risultati ci inchiodarono qui, eppure per i molti errori da noi fatti numerose volte le stelle si sono avvicinate all'uomo e poi si sono riallontanate eppure l'uomo continuava a risollevarsi e sempre guardava in alto , con lo stesso immutabile desiderio, quel desiderio che noi non riuscivamo a capire ma che ci affascinava. Forse volevamo che l'uomo fosse nostra guida, da lui desideravamo apprendere perché fosse tanto importante conoscere l'universo, perché egli fosse tanto bramoso di quella conoscenza. O forse eravamo solo incuriositi di vedere tanto accanimento verso qualcosa che ci era invece così indifferente. Difficile dirlo ma ormai l'esperimento è definitivamente fallito, tra poco avremo i dati, ma credo che questa guerra sarà l'ultima e che i sopravvissuti non si risolleveranno mai più.»
«Questo semmai lo vedremo dopo, ora è importante accertare se al tempo di Rufus i Druidi conoscevano ancora il segreto delle porte di nebbia, è possibile accertarlo?»
«Nessuna difficoltà, è sufficiente parlare in sogno con il capo druida e noi possiamo farlo».

«E le popolazioni di Britannia? cosa ne sarà di loro?»
«Andranno incontro al loro destino, Rufus, è inevitabile, se Roma cade la loro fine non potrà esser rimandata di molto, anche se la tua guarnigione dovesse restare ancora per qualche anno a difesa del Vallo.»
Rufus scosse la testa «Tu non puoi capire, io amo Roma, anche se vi sono stato solo in rare occasioni, ma amo anche questa terra selvaggia - si alzò in piedi - seguimi voglio mostrarti qualcosa.»
S'incamminarono entrambi in silenzio e con un breve tragitto raggiunsero una piccola corte all'interno del fortino costruito a ridosso del Vallo. Lì alcune lapidi ed anche rozze croci cristiane indicavano che sotto la terra scura e umida riposava il seme di Roma. Rufus si accostò ad esse e le indicò al legionario.
«Lì sotto riposa mia moglie Clarissa, lì mio figlio Cornelio e la sua consorte Runa, sì, sua moglie era nata da questo stesso popolo che mi ordini di abbandonare al suo destino, e sia, se è questo che Roma vuole, torneremo...» poi sottovoce aggiunse «Loro erano cristiani, noi non più, noi siamo tornati alla fede dei padri, a quegli dei che hanno reso Roma grande e dominatrice del mondo, non comprendiamo un Dio che consegna un'antica e grande civiltà nelle mani dei barbari senza intervenire in sua difesa, come invece fecero i Dioscuri nella battaglia del Lago Regillo.»

«Eppure questa guarnigione non tornò mai a Roma, giusto?»
Lucifero annuì «La maggior parte dei suoi uomini aveva sposato donne britanne e pur di non abbandonare quello che ormai era il loro popolo assassinarono Rufus e disertarono, ma l'anno successivo i Pitti irruppero attraverso una breccia nel Vallo e massacrarono tutti i soldati disertori e le loro famiglie e la guarnigione scomparve definitivamente dalla storia.»
Poi si allontanò un istante per tornare subito con la notizia che attendevo.
«Siamo entrati in contatto con il Druido, conosce il segreto dell'apertura della porta, è stato tramandato sino a lui come una potente magia per tornare nella terra degli avi, ad ogni solstizio infatti viene fatto un sacrificio consistente nel mandare una coppia di giovani dall'altra parte, presumibilmente lo scopo iniziale era di vedere quando fosse cessata la contaminazione, in modo da tornare definitivamente indietro, infatti i primi tornarono per morire subito a causa delle ustioni da radiazione, ma successivamente quando la contaminazione cessò nessuno tornò indietro, le coppie sacrificate evidentemente si trovarono bene dall'altra parte e preferirono rimanerci per conto loro e alla fine i Druidi, che avevano dimenticato lo scopo iniziale del sacrificio, pur continuando il rito rimasero in Britannia senza chiedersi cosa vi fosse dall'altra parte e non desiderando scoprirlo di persona.»
«Molto bene allora il cambiamento da operare è questo: al Druido dovrà essere ordinato in sogno di offrire a Rufus ed alla sua gente un nuovo mondo da conquistare in nome di Roma e dovrà accompagnarlo affinché non resti il ricordo dell'avvenimento. La partita vera è appena cominciata e più che una mossa di pedone questa è una mossa di re, anzi... di imperatore!
[5] Sono certo che in un mondo senza rivali e con i resti di una passata tecnologia a cui attingere potrà presto nascere un nuovo impero romano che questa volta porterà le aquile di Roma sin sulle stelle»...

«... sì sua moglie era nata da questo stesso popolo che mi ordini di abbandonare al suo destino - Rufus avvertì uno strano brivido, vide nell'aria uno sfarfallio di scintillii dorati poi si riprese e diverse furono le sue parole [6] - ma ormai è tardi per tornare, io sono anziano e la mia guarnigione è ormai decimata dalle febbri e dagli scontri sempre più frequenti con i Pitti, cosa potrebbe farsene Roma di un centinaio scarso di uomini stanchi ed amareggiati, ormai legati a questa terra da vincoli matrimoniali e di sangue, i più morirebbero sulla via del ritorno o forse preferirebbero disertare piuttosto che abbandonare i loro cari ad un destino di morte...»
Racilio ascoltò lo sfogo di Rufus, poi rimase a lungo in silenzio e alla fine scosse la testa, guardò Rufus ed una strana luce brillò nei suoi occhi cerulei «Capisco, la mia missione è fallita, sono arrivato troppo tardi, Rufus e la sua guarnigione sono caduti nell'ultima disperata difesa del Vallo. Questo io riferirò al mio ritorno a Roma».
Rufus lo abbracciò commosso «Non è per viltà che resto sordo al richiamo di Roma, o che mi rifiuto di dare il contributo di sangue che mi viene richiesto per la sua difesa, ma il viaggio è lungo, pochi uomini giungerebbero a Roma, mentre qui anche quei pochi uomini, stanchi e male armati, possono ancora garantire qualche anno di pace a questa gente. Poi, chissà... Roma ritroverà il suo splendore ed il suo orgoglio e nuove legioni torneranno in Britannia in nostro aiuto, ma se così non sarà fino a che uno solo di quel centinaio di uomini che oggi mi resta sarà vivo, l'aquila romana si leverà sul Vallo per rivendicare a Roma il possesso di queste terre... dopo... ebbene, il dopo è nelle mani degli dei, di quegli stessi dei che Roma ha dimenticato ma che noi onoriamo con la stessa fede dei nostri padri».
Racilio sobbalzò poi si riprese «Addio Rufus difendi il Vallo finché il tuo braccio avrà forza, vorrei prometterti che un domani altre legioni torneranno in Britannia, ma perché illuderci, Roma è perduta, ormai è solo questione di pochi anni. Vale!» poi mentre si allontanava si girò ancora una volta e con aria complice sussurrò «E sull'ara di Giove Capitolino, ogni tanto sacrifica anche in mio nome».
Quella stessa sera cinquemila uomini perfettamente armati, con le loro famiglie, guidati da Rufus e dai suoi nipoti Romolo ed Augusto, varcarono la porta di nebbia schiusa dalla potente magia del Druido verso una nuova terra su cui edificare una seconda Roma.

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  1. Come accennato in precedenza Due Alfieri non aveva più bisogno dei miei racconti e per chiudere il ciclo accorpò il quinto e sesto capitolo in una striminzita paginetta senza nemmeno curarsi di fare un decente riassunto ma scempiando i testi in un modo osceno e in un italiano degno di un analfabeta. Ne rimasi talmente infastidito che proibii la pubblicazione degli altri racconti già in loro possesso, che destinai altrove o che rimasero inediti, poi dopo un anno cessai anche di scrivere. Riprendendo il riversamento in web dei restanti racconti dattiloscritti ho ovviamente messo queste due puntate nella forma originale più qualche ristesura di alcuni passaggi che non mi soddisfacevano pienamente. [Return]
  2. In questo riversamento in web ho preferito correggere un vistoso anacronismo che mi era sfuggito all'epoca: la Valeria Victrix scomparve nel III secolo, invece l'assassinio di Ezio e la cospirazione di Petronio Massimo avvennero nel IV secolo, per il racconto l'epoca di Valentiniano era più adatta ma ovviamente la Valeria Victrix era già scomparsa un secolo prima, quindi ho preferito servirmi di una guarnigione di confine ed effettivamente nel IV secolo molte guarnigioni vennero ritirate dai confini per proteggere il fragile Impero d'Occidente dai barbari e tra esse anche quella di Britannia, molte si sbandarono e di sicuro nessuna di esse servì realmente a proteggere l'Italia dai barbari, quindi dato il caos dell'epoca e la mancanza di prove testimoniali sulla sorte della guarnigione di Britannia ho preferito servirmi di essa eliminando così un palese ed assurdo anacronismo. [Return]
  3. Tutto il brano è stato riscritto per giustificare la sostituzione di una legione con una guarnigione, ovviamente di questo particolare terrò conto al momento della ristesura del romanzo del II Impero Romano, facendo trovare resti della legione perduta sullo stesso pianeta su cui approda Rufus ed i suoi. [Return]
  4. L'importanza di Roma era ormai solo simbolica all'epoca, dato che la sede imperiale spostata tra gli acquitrini di Ravenna rimase tale ancora per lungo tempo fino alla riconquista della provincia Italia e di gran parte del passato Impero d'Occidente da parte del grande Belisario, generale di Giustiniano che sconfiggendo gli Ostrogoti riunificò gran parte dell'antico Impero Romano. [Return]
  5. Effettivamente tutto l'episodio ha davvero poco a che fare con gli scacchi, ormai l'Inviato è collegato al gioco solo da un filo esilissimo e la frase della mossa di re era solo un dubbio modo per far capire che non avevo dimenticato che scrivevo (gratis) per una rivista di scacchi, probabilmente alla redazione di Due Alfieri non interessava la semplice narrativa ma solo un raccontino scemo possibilmente di una pagina ma con ampi riferimenti al gioco e l'Inviato ormai era sempre meno scacchistico nonostante l'ambiente in cui si muoveva. In ogni caso l'unico riferimento al gioco dell'intero capitolo era solo in questa frase, nel sesto invece era più corposo e preludeva a nuovi interessanti sviluppi, quindi dato che come al solito la mia rubrica veniva messa solo quando capitava, suggerii di fondere i due capitoli per il numero natalizio, fondere ovviamente non massacrare! Due Alfieri interpretò a modo suo la proposta ed il racconto doppio invece di quattro o cinque pagine ne occupò solo una ed era condensato in un modo così da cani da risultare illegibile ed incomprensibile. Per chi lo lesse allora, se conosce il mio web, sarà una sorpresa leggere questi due capitoli ed anche gli altri che scriverò nel 2001 per concludere decentemente il ciclo. Al termine del sesto capitolo metterò in nota alcune anticipazioni su queste future puntate. [Return]
  6. Per effetto del cambiamento Rufus non dichiara più la sua intenzione di obbedire agli ordini ma pone un garbato rifiuto mascherando la reale consistenza della guarnigione. [Return]

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che ha realizzato i midi più carichi di atmosfera che abbia mai trovato sul net.
Il brano è qui riportato con il permesso dell'autore.

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