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Come tutto sia accaduto e perchè sia successo, francamente lo ignoro, non è sempre facile capire come certe cose possano accadere, a volte accadono, accadono e per quanto si cerchi non vi è un motivo, una spiegazione... nulla! Non avevo una buona vita, non l'ho mai avuta prima, solo tanta solitudine, tante disillusioni e l'ultima mi aveva annientato, succede... solo che a me succedeva sempre, con troppa regolarità, ogni volta mi ripetevo «Ora le cose sono cambiate...» ma ero solo io a crederlo ed in realtà mi lasciavo ancora una volta prendere in giro, ridicolizzare e ferire da una nuova illusione. Quel giorno scannerizzavo per un mio web un'immagine di un castello medievale, l'immagine riproduceva un momento di vita quotidiana, una dama che ascoltava rapita un trovatore che recitava i suoi versi accompagnandosi con un arciliuto, l'immagine mi incantava per la dolcezza dello sguardo di lei, per la sua compostezza, mi dicevo che ben poche donne di oggi avevano altrettanta pudicizia e candore, per questo ero incantato dall'immagine della dama, avrei voluto essere io quel trovatore, avrei voluto essere io lì, ascoltato con tanta attenzione, in passato vi è stata chi quando parlavo guardava le mie mani, che cosa ridicola! A pensarci mi viene in mente un vecchio proverbio "Il saggio indica la luna e lo stolto guarda il dito...", già, giusto uno stolto guarda le mani di chi parla invece di seguire ciò che quelle mani tracciano o indicano nell'aria... per questo contemplavo con invidia l'immagine, la dama seguiva le parole, la musica, non si perdeva a guardare le mani, ma seguiva i pensieri del trovatore... Completai lo scanning ma non usai l'immagine per il web, bensì come sfondo al desktop, ogni volta che accendevo il computer rivivevo la stessa magia... lei era lì e guardava verso il trovatore, con attenzione, con affetto ed io un pò lo invidiavo per aver suscitato tanto interesse in una donna così bella e così fine, e bella lo era davvero, l'ignoto miniatore aveva dato alla dama le fattezze di un angelo, ma anche lo sguardo di una donna intelligente, la compostezza di una regina e l'eleganza di dea. Non sapevo chi vi fosse ritratta ma più guardavo l'immagine e più la sentivo familiare, forse ritrovarla ogni giorno sul mio computer la rendeva parte della mia vita, dietro di lei vi era una finestra ogivale e nel panorama si intravedevano alti alberi e dune lontane... Il libro da dove l'avevo presa non forniva spiegazioni di alcun genere, solo una didascalia di vaga ed incerta natura: Anonimo, Serenata per una dama, una didascalia vaga che non spiegava nulla, nè l'epoca, nè il luogo, nè chi fosse la dama... Così giorno dopo giorno tornavo dal lavoro ed accendevo il computer, ma non facevo gran chè non lavoravo ai miei web, non scrivevo testi ma passavo le ore a guardare la mia dama senza nome, poi, beh poi successe qualcosa che non saprei come spiegare, del resto credo che nessuno potrebbe spiegare come e cosa sia successo, forse fu solo un sogno o forse accadde un bizzarro miracolo, parte sogno e parte... difficile dire cosa... In realtà un istante prima guardavo lei sul mio computer, un istante dopo guardavo lei negli occhi...
Ero incantato, credevo di essere di fronte a lei e di fronte a lei lo ero davvero, lei batteva lievemente le lunghe ciglia e sorrideva, un sorriso dolce e malinconico, il suo volto era levigato e chiaro come l'alabastro, i suoi capelli, oro brunito, i suoi occhi azzurri come il cielo di Provenza.
E ancora la scena si dissolve come nebbia e di nuovo il cielo di Provenza, di nuovo il cespuglio di gigli.
Ecco tutto questo è il sogno che ho vissuto, un sogno strano, in cui l'immagine mi ha narrato se stessa, la sua storia, mi ha sussurrato i nomi dei protagonisti e dei luoghi, lei è la Contessa Melisenda, lui l'abate Uc a cui Jaufre affidò il suo messaggio d'amore, ma nella storia vi è un elemento profumato di cedro, lo scrigno che racchiuse un anello... uno scrigno che Jaufre baciò con tenerezza...
Scritto il 23 agosto 1996, immediatamente successivo a Scegliere una vita riprende i personaggi della Contessa Melisenda di Tripoli e di Jaufre Rudel de Blaja che torneranno in altri brani e sulla cui vicenda ho iniziato tempo fa un romanzo breve: Il Giglio di Rudel. |
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Il brano in background è Ja nuns hons pris di Re Riccardo I Cuor di Leone
[Richard I Lionhearted] (1157-1197) seq. Curtis Clark.
This midi is in my web with permission of Curtis Clark.
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