Roch, pedites, regina
Roch, pedites, regina, senex, eques, insuper et rex,
Conflictus vocat edictus vos Martis ad ictus!
Vox sonat in Roma: «Trahe tost, capra, concine, clama!»
Victus ab hoste gemat, qui dum fit «Schach roch» et hie mat.
Nota: Brano brevissimo ma di particolare interesse per la storia degli scacchi, il manoscritto dei Carmina Burana infatti risale approssimativamente al 1230 e come possiamo vedere i pezzi degli scacchi hanno già il nome e l'aspetto moderno, roch per torre, pedites per fanti o pedoni e ovviamente regina, cavalli (eques) e re. L'alfiere è indicato come senex, anziano, successivamente si trasformerà dapprima in vescovo e poi in alfiere (tra l'altro il pezzo moderno conserva tutt'oggi la tipica mitra vescovile). Tra l'altro il brano accenna in modo chiarissimo ad uno scacco di torre e la parola schach mutuata dall'analogo termine persiano in lingua farsi si è conservata sino ad oggi senza consistenti modifiche.In conclusione troviamo persino il termine mat, sempre dal farsi: Shah mat, il re è morto. Pertanto, all'epoca, gli scacchi erano già comunemente giocati con regole ben riconoscibili, direttamente portati in Europa dai crociati di ritorno da Outremer si diffondono rapidamente, entrando presto sia nella letteratura che nell'arte.
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