Armaiti
(pubblicato su Due Alfieri n. 6 di Maggio 1979)

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Keith Parkinson, 42.411 bytes

Keith Parkinson
The Druid of Shannara


Grappoli di luce iridescente, calore, un ronzio continuo... assordante, il pulsare nelle orecchie, gli occhi che bruciano... non posso respirare, qualcosa... qualcosa mi mozza il respiro, lampi negli occhi, la fiamma guizzante... buio, luce, calore...
Dove sono? Non ricordo di essere entrato in questa grotta, perché non posso muovermi? Perché il mio braccio sinistro è come morto?
Un fuoco! Chi è quella fanciulla? Che fa qui?
«Chi siete? Dove mi trovo? Che cosa mi è accaduto?»
«Vi siete ripreso, signore, da molti giorni giacete divorato dalla febbre... come vi sentite ora?»
«Giorni? Non capisco, mi sento bene... se bene può dirsi non riuscire più a muovere un braccio e respirare a fatica. Ma ditemi, ve ne prego, cosa sapete?»
«So che voi tornate da un pellegrinaggio in Terrasanta, la croce sul vostro mantello lo dice e qui sulla strada per Roma i briganti vi hanno assalito, erano in troppi, vi hanno colpito a tradimento e depredato di quel poco che avevate. Non potete più muovere il braccio sinistro, perché ve lo hanno mozzato per depredarvi dell'oro...»
«Briganti da strada! Tanti anni con la vita appesa al filo della spada in terra d'oriente per poi essere preda di volgari briganti, proprio sulla via del ritorno! Ma voi mi avete pietosamente raccolto, ve ne ringrazio, venite qui, che vi possa vedere... Siete molto bella, davvero, perché vivete nascosta, perché celate in una grotta la vostra dolce bellezza?»
«Sono anni duri questi, il buio dell'ignoranza ha scacciato il sapere e la verità nelle tenebre di una lunga attesa, non è tempo per me di uscire alla luce, ma di tacere in silenzio ed aspettare, io sono nel buio di umide celle dove monaci alla luce di torce consumano gli anni copiando l'antico sapere, io sono nel silenzio delle rovine spezzate, io sono nell'umida terra straziata, seme gettato a caso, che attende una lontana primavera per fiorire, ma la primavera verrà, non temete e, allora potrò finalmente tornare alla luce del sole...»
«Non capisco quello che dite, parlate una lingua a me ignota. Ma ho bisogno di voi, ho una missione sapete, il mio re attende in Britannia una risposta che io solo conosco e devo tornare...»
«Conosco la vostra missione, conosco la risposta che in cuore celate...»
«Ho parlato in preda alla febbre, vero?»
«Molti come voi, il vostro sovrano ha inviato in Terrasanta in cerca del Graal, ma nessuno è ancora tornato con esso.»
«È vero, anno dopo anno i più prodi partono per questo viaggio senza ritorno, donando la vita in terra straniera. È un pesante tributo di sangue per inseguire una vaga chimera: il Graal è solo leggenda! Questo è il segreto che reco al mio sovrano, il tributo di sangue avrà termine, è la fine di un sogno, ma è giusto che avvenga!»
«È difficile dire che cosa sia giusto, venite vi voglio mostrare qualcosa, appoggiatevi alla mia spalla... così... ecco guardate!»
«Una tavola con le figure scolpite... cavalli, torri, figure di umani... Simulacri che rappresentano un esercito! Chi siete voi che controllate eserciti a loro insaputa? In nome di Dio! Siete un demone in foggia di donna? Forse la mia anima è perduta poiché sono alla vostra mercè? Io vi esorcizzo nel nome del Padre!»
«Non abbiate timore non sono un demonio in foggia di donna, voi non siete prigioniero, quei pezzi non sono simulacri con cui compio stregonerie ed infine non temo il segno di croce, ascoltatemi invece, porgetemi orecchio, abbiate fiducia e guardate attentamente la tavola... due eserciti si dividono il campo, due re l'un contro l'altro schierati: è un gioco, ma è un gioco che simboleggia la vita, sedete, vi spiego...»

«Madonna siete invero abile assai, ancora ho perduto, non vedo più scampo in questa battaglia...»
«E invece mio buon cavaliera in questa tenzone anche un umile fante può vincer la guerra, osservate con calma, vedete? Non tutto è perduto.»
«Un umile fante voi dite... non vedo... ah sì avete ragione! Scacco... ancora scacco... indi matto... ho vinto davvero! Ma una cosa mi dà da pensare, questo gioco non è solo un gioco, di certo nasconde un'arcana morale...»
«Allora ascoltate... un fante sembra davvero poca cosa, ma anch'esso è importante nell'eterna battaglia, poiché spesso è dalle azioni degli umili che scaturiscono grandi eventi.»
«È davvero sensato quanto dite e questo è davvero uno splendido gioco, ed è strano, io ho a lungo viaggiato ma non ho mai visto nulla di simile... ma dite ora, qual'è il suo vero mistero?»
«Tutti gli uomini sono scacchi nell'eterna partita giocata dall'inizio dei tempi, ora l'uno ora l'altro prevale, ma alla fine solo uno sarà il vincitore...»
«Eppure io non mi sento uno scacco, nessuno manovra i miei passi, siete davvero sicura di quanto voi dite?»
«Se questi pezzi fossero coscienti, si renderebbero conto che qualcuno li muove? Forse ignorano il senso della loro vita, muovono, amano, vivono, rinascono più potenti di prima, ma cosa sanno di cosa essi in realtà siano? Avanzano incontro a un nemico che non possono vedere, eppure mossa dopo mossa recan vittoria al loro colore pur ignorando la loro istessa natura... così sono gli uomini! Ora i tempi sono ancora oscuri, i malvagi dilagano portando la morte, lo stupro, il saccheggio, distruggendo l'antico sapere, ma questo non muore e attende nascosto di poter tornare all'attacco, un fante, un bianco fante inconsapevole, un puro folle darà la vittoria e la giustizia, il bene e la vita trionferanno nell'intero universo... Per questo la vostra missione acquista un sapore diverso. In quel Graal, che è solo leggenda, è nascosta la speranza di fede e fratellanza, è triste necessità che altri perdano la loro vita nelle straniere contrade, perché passo dopo passo questa ricerca carica di dolce speranza darà frutti in un mondo migliore. Il Graal è il simbolo che spinge alla fede, quella fede che rende fratelli, la speranza di un mondo migliore, in cui le strade non siano più regno di morte, in cui le frontiere non ti chiamino... Straniero! Mossa dopo mossa, questa partita giungerà un giorno alla fine, solo allora potrò uscire alla luce in quel mondo nuovo, in cui il lupo dorme accanto all'agnello, in cui ogni uomo chiama l'altro... fratello!...»

*****
«Padre, c'è un uomo là, riverso sulla strada, i predoni di certo lo hanno aggredito.»
«Non vi è più nulla da fare per lui, se non dargli sepoltura cristiana, guarda il mantello, è venuto dalla Terrasanta, per morire in queste contrade malvagie.»
«I vili assassini lo hanno colpito alle spalle, per depredarlo di quel poco che aveva, nemmeno il rispetto dovuto ad un morto, hanno mozzato il suo braccio per impossessarsi del suo oro... Guardate! Con la destra indica dei segni tracciati nella polvere della strada... sembra una griglia con molti quadrati... la indica e nella morte sorride! Padre... cosa vuol dire?»

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Leggermente ritoccato sulla base della originale stesura del 1979, pur tuttavia non lo considero uno dei miei migliori racconti, anche se - essendo uno dei primi che ho scritto - è anche questo servito per acquisire una maggior dimestichezza nel narrare storie.
Nella mitologia persiana Armaiti, dea della primavera e del rinnovamento è figlia di Ormuzd (Ahura Mazda) il signore della luce da sempre in lotta con Arimane, signore del caos e dell'oscurità.

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